Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4159

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[p. 85 modifica] 284 ab Homero nominatur. Ipse Archilochus, fragm. 92 (Θάσον δὲ τὴν τρισοϊζυρὴν πόλιν, ap. Eustath., Od., ε, t. III, p. 1542, ed. Rom.) insulam Thasum πόλιν dicit. Lysias contra Andocid. ἒπειτα δὲ καὶ διώχληκε πόλεις πολλὰς ἐν τῇ ἀποδημίᾳ. Σικελίαν, Ἰταλίαν, Πελοπόννησον κ. τ. λ. Aristides, de Neptuno, t. I, p. 20, ed. Jebbii, Oxon., 1722. καὶ πόλεις δὲ ἐπολίσατο τοῖς ἀνθρώποις, ἃς καὶ νήσους νυνὶ καλοῦμεν. Aeschil., εὐμεν, 75, insulas περιῥῥύτους πόλεις vocat. Sic Propert., l. III, el. 9, 16, observante Huschke, Miscell. philol., P. 1, p. 24. Praxitelem Paria vindicat urbe lapis. - Liebel, loc. sup. cit., fragm. 76, pag. 179-80. Simili cause, simili effetti: tempi simili, costumi simili, e lingua e parole sempre analoghe ai costumi. Questo chiamar città i paesi, probabilmente derivò dal modo in cui vivevano gli uomini prima delle prime città; già bastantemente civili, bastantemente riuniti insieme, ma non però tanto da far città in corpo, bensí borghi e villette in gran numero, occupanti gran tratto di paese. Tutto questo tratto si dovette da principio chiamar πόλις, onde poi fu trasferita la significazione a città (quando cioè le città vi furono), e non già viceversa. Questi erano i tempi in cui Atene non era altro che quattro (Plutarco, in Thes. Euripid. Heraclid., 81), o undici (Steph. Byz. Ἀθῆναι) o dodici (Theophr. Charact., c. 26, fine, in addition. ex [p. 86 modifica]ms. Vat). borgate sparse per l’Attica, poi riunite da Teseo, (Vedi Meurs., in Theseo) e chiamate con un solo nome Atene; e Mantinea similmente in Arcadia ec. Ora sappiamo dalla storia che lo stesso modo di abitare a borgate si usò nei bassi tempi; allo stesso modo poi, crescendo la nuova civiltà, le città si formarono (vedi Robertson, introduzione alla