Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4115

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*   Un notabile esempio di verbo continuativo usato in senso affatto continuativo ec. vedilo in Cicerone, de Natura Deorum, II, 49, fine, ut in pastu circumspectent (29 luglio 1824).


*    Alla p. 4114. principio. Cosí cornacchia, corneille ec. per cornix; araneola, araneolus (vedi gli spagnuoli) per aranea, araneus; ἀράχνιον; ranocchio, grénouille ec. per rana (29 luglio 1824).


*    Τοσοῦτον ἄρα ἐδέησάν με - ἀπαλλάξᾳ, ᾥστε καὶ - ἐνέβαλον. Luciano, Opera, 1687, t. II, p. 189, fine (29 luglio 1824). [p. 34 modifica]


*    Inauditus per qui non audit. Vedi Forcellini. Odorus, inodorus per qui odoratur ec. (odorus ec. è lo stesso che odoratus ec.) in senso abituale. Vedi Forcellini} (2 agosto, secondo dí del Perdono, 1824).


*    Θαρρῶ τι ποιεῖν - mi rincuoro, mi assicuro, ec. di fare una cosa, cioè confido di poterla fare. Vedi Luciano, Opera, 1687, II, 226, lo Scapula, ec. Un altro italianismo vedilo ib., p. 884, fine, dove ἐπὶ κεφαλαίῳ τῶν πόνων credo ben che sia la vera lezione, ma falsissima la interpretazione del Grevio, e tengo che significhi al cabo de los trabajos, come noi pur diciamo in capo a o di, cioè in termine, alla fine di (5 agosto 1824).


*    Percussare. Crusca (6 agosto 1824).


*    Alla p. 4089. Clepo-cleptum, onde clepso is, ben potrebbe esser esso l’origine del greco κλέπτω invece che viceversa, come apo di ἅπτω ec. O se ciò in clepo non si ammette, neppure in apo, sebbene di questo veggiamo anche in latino il continuativo apto, laddove clepto, onde κλέπτω, non sarebbe stato conservato dai latini.