Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4079

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[p. 456 modifica] il ritorno de’ Borboni, fu rappresentata a Parigi la tragedia del Vespro Siciliano, tragedia che ebbe un successo distinto, qual mai o francese o straniero pensò ad accusare il poeta di poco amor nazionale o [p. 457 modifica]di mancamento alcuno verso la patria, per aver commosso o cercato di commuovere sopra una sventura de’ suoi nazionali seguíta per opera di stranieri? Anzi chi non riputò e questo proposito e la scelta del soggetto nazionalissima e degnissima quanto qualunque altra di un buon cittadino? perocché il poeta non volle far piangere sopra i nemici della Francia, ma sopra i francesi sventurati. Or questo appunto fece Frinico, il quale non commosse le lagrime sopra i barbari né per li barbari, ma sopra i greci e per li greci. E per questo medesimo fu condannato, e sarebbe stato applaudito per lo contrario, e stimato buon cittadino, se avesse fatto piangere e rivolta la compassione e pietà degli uditori sopra i nemici della nazione, come fece Eschilo ne’ Persiani, tragedia che ha per soggetto e per materia unica di pietà e di terrore i mali de’ nemici della Grecia, né però fu condannata da alcuno, né stimata altro che nazionalissima. Tale appunto né piú né meno si è il caso della Iliade, che fa piangere quasi unicamente o certo principalmente sopra e per li troiani nemici de’ suoi (23 aprile 1824).

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*    Nel Dialogo della Natura e dell’Anima ho considerato come la ragione e l’immaginazione, e insomma le facoltà mentali eccellenti nell’uomo sopra quelle di ciascun altro vivente, gli sieno causa di non poter mai o quasi mai, e in ogni modo difficilmente, far uso di tutte le sue forze naturali, come fanno tutto dí e