Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3864

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[p. 244 modifica] alla diversa natura dello stato e costume delle nazioni antiche e moderne, e dello spirito e società umana antica e moderna, tutte le lingue antiche, sieno o fossero piú ardite delle moderne, e sia proprio delle lingue antiche l’ardire, e quindi esse sieno molto più delle moderne, per lor natura, atte alla poesia; perocché [p. 245 modifica]perocché tra gli antichi, dove e quando piú, dove e quando meno, ηὐδοκίμει la singolarità dell’opere, delle maniere, de’ costumi, de’ caratteri, degl’istituti delle persone, e quindi eziandio quella del lor favellare e scrivere. La nazion francese, che di tutte l’altre, sí antiche sí moderne, è quella che meno approva, ammette e comporta, anzi che piú riprende ed odia e rigetta e vieta, non pur la singolarità, ma la nonconformità dell’operare e del conversare nella vita civile, de’ caratteri delle persone ec.; la nazion francese, dico, lasciando le altre cose a ciò appartenenti, della sua lingua e del suo stile; manca affatto di lingua poetica, e non può per sua natura averne, perocché ella deve naturalmente inimicare e odiare, ed odia infatti, come la singolarità delle azioni ec., cosí la singolarità del favellare e scrivere. Ora il parlar poetico è per sua natura diverso dal parlare ordinario. Dunque esso ripugna per sua natura alla natura della società e della nazione francese. E di fatti la lingua francese è incapace, non solo di quel peregrino che nasce dall’uso di voci, modi, significati tratti da altre lingue,