Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3785

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[p. 174 modifica] anzi, senza l’opera diretta della natura, nasce necessariamente dalla stessa vita (onde la natura medesima, per cosí dire, lo aveva e lo ha, verso se stessa, indipendentemente dal suo volere1)); ne nasce necessariamente l’odio verso altrui, ch’è un male, perché dannoso di sua natura alla specie come ne nascono cento altre conseguenze, che sono mali, e producono di lor natura effetti dannosissimi, non pure alla specie e agli altri individui, ma all’individuo medesimo. Or questi effetti non sono stati voluti dalla natura, né ella n’ha colpa (come l’avrebbe), perché ella ha provveduto che quelle cattive conseguenze dell’amor proprio fossero inefficaci, e tali sarebbero state nell’esser naturale di quel tale individuo e specie. Cosí ella dunque ha provveduto che l’odio verso gli altri individui della stessa specie fosse inefficace, se non per qualche assoluto accidente, perché privo di occasione e di stimolo e di circostanza ove potesse operare. E ciò ha fatto destinando agli individui di una stessa specie, e fra questi agli uomini, o niuna società, o scarsa e larga. [p. 175 modifica]Una società stretta pone necessariamente in contrasto gl’interessi degl’individui, rende necessario alla soddisfazione dei desiderii degli uni il male degli altri; alla superiorità, ai vantaggi, alla felicità degli uni, l’inferiorità, gli svantaggi, l’infelicità degli altri; desta il desiderio di beni che non si possono conseguire senza il male degli altri, di beni che consistono nel male altrui, che corrispondono per lor natura ad altrettanti mali

Note

  1. Vedi la p. 3813.