[p. 149 modifica] lingua italiana illustre è forse di tutte le moderne quella che meglio e piú generalmente osserva e conserva la proprietà delle voci e modi. Ciò presso i buoni scrittori, cioè quelli che ben posseggono e trattano la lingua illustre, i quali oggi sono men che pochissimi, e quelli che scrivono la lingua illustre, i quali oggi sono in minor numero di quelli che non la scrivano, o il fanno piú di rado che non iscrivono la volgare. Perocché oggi la lingua piú comunemente scritta e intesa in Italia nelle scritture non è l’illustre, ma la barbara e corrotta volgare; e però ella non conserva punto la proprietà delle parole ec., ma sommamente se n’allontana, come fa la volgare. E, per esempio, quel fisico e morale, fisicamente e moralmente ec. nel senso francese, è oggi del volgare italiano, e dello scritto non illustre, non men ch’e’ sia dell’illustre e del volgare francese ec. Ma presso i nostri buoni scrittori di qualunque secolo (non che gli ottimi), si vedrà forse piú che in niun’altra lingua illustre moderna,