Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3719

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[p. 129 modifica] applicazione ed uso ec., le piú atte, dico, a significar l’idea da esprimersi, a rappresentarla al vivo, a destarla con efficacia ec. Tali sono assai spesso le espressioni, o vogliamo dire i mezzi d’espressione, e il modo di rappresentar le cose e destar le immagini ec. nuove o novamente, e per virtú della novità del modo ec. ec. usati da Virgilio, e massime, anzi peculiarmente, e come caratteristici del suo stile e poesia, da Dante ec. ec. Tutte queste cose si richiedono in uno stile come quel di Virgilio (e piú o meno negli altri: ma quel di Virgilio, in quanto [p. 130 modifica]stile, è precisamente il piú poetico di quanti si conoscono, e forse il non plus ultra della poetichità): e questi infatti sono i mezzi ch’egli adopera e gli effetti ch’egli consegue. Or non si possono adoperar tali mezzi, né produr tali effetti (che con altri mezzi nello stile non si ottengono) senza una continua e non mai interrotta azione, vivacità e freschezza d’immaginazione. E sempre ch’essa langue, langue lo stile, sia pure immaginosissima e poetichissima l’invenzione e la qualità delle cose in esso trattate ed espresse. Poetiche saranno le cose, lo stile no; e peggiore sarà l’effetto, che se quelle ancora fossero impoetiche; per il contrasto e sconvenienza ec. che sarà tanto maggiore, quanto quelle e l’invenzione ec. saranno piú immaginose e poetiche.