Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3646

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[p. 84 modifica] Orazio (I, Od. 3) considera l’invenzione e l’uso del fuoco come cosa tanto ardita, e come un ardire tanto contro natura, quanto lo è la navigazione e l’invenzion d’essa; e come origine, principio e cagione di altrettanti mali e morbi ec., di quanto la navigazione; e come altrettanto colpevole della corruzione e snaturamento e indebolimento ec. della specie umana. Ma il fuoco è necessario all’uomo anche non sociale ed alla vita umana semplicemente. Come si vivrebbe in Lapponia o sotto il polo, anzi pure in Russia ec. senza il fuoco? Primieramente, rispondo io, come dunque la natura l’ha cosí nascosto ec. come sopra? Come poteva ella negare agli esseri ch’ella produceva il precisamente necessario alla vita, all’esistenza loro? o render loro difficilissimo il procacciarselo? e pericolosissimo l’adoperare il necessario? pericolosissimo, dico, non meno a se stessi che altrui? Ed essendo quasi certo, secondo il già detto, che gli uomini non hanno potuto non tardare un pezzo (piú o men lungo) a scoprire il fuoco, e piú ad avvedersi che lor potesse