Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3642

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[p. 81 modifica] ancor barbari e ignoranti i sacrifizi d’uomini (che poi per l’uso durarono anche fino a tempi piú civili), e lo sono e furono d’altri moltissimi [p. 82 modifica]popoli selvaggi; come che con tali sacrifizi meglio si soddisfacesse l’ira e l’odio della divinità verso gli uomini, cioè verso quel tal genere che a lei faceva sacrifizi. E non pur d’uomini nemici, che non sarebbe gran meraviglia (uso anch’esso comunissimo tra’ selvaggi), o di colpevoli e malvagi, ma eziandio nazionali e probi, benché questi sacrifizi sieno e fossero meno frequenti di quelli di nemici o di rei. Qua si può riferire lo spontaneo sacrifizio e devozione (cioè esecrazione di se stessi ec.) di Codro, de’ Decii, di Curzio (s’è vero) e simili. Tutti appartenenti a’ piú antichi e barbari tempi della Grecia e di Roma, né mai rinnovati ne’ tempi civili appo l’una né l’altra nazione.

È da considerare ancora che tra’ selvaggi e tra’ barbari antichi o moderni ch’ebbero o hanno piú divinità altre piú odiose, altre meno, altre amabili e buone ec.; le piú venerate e cólte con sacrifizi e riti e cerimonie e preci ec. sono o furono le piú cattive,