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82 pensieri (3642-3643)

popoli selvaggi; come che con tali sacrifizi meglio si soddisfacesse l’ira e l’odio della divinità verso gli uomini, cioè verso quel tal genere che a lei faceva sacrifizi. E non pur d’uomini nemici, che non sarebbe gran meraviglia (uso anch’esso comunissimo tra’ selvaggi), o di colpevoli e malvagi, ma eziandio nazionali e probi, benché questi sacrifizi sieno e fossero meno frequenti di quelli di nemici o di rei. Qua si può riferire lo spontaneo sacrifizio e devozione (cioè esecrazione di se stessi ec.) di Codro, de’ Decii, di Curzio (s’è vero) e simili. Tutti appartenenti a’ piú antichi e barbari tempi della Grecia e di Roma, né mai rinnovati ne’ tempi civili appo l’una né l’altra nazione.

È da considerare ancora che tra’ selvaggi e tra’ barbari antichi o moderni ch’ebbero o hanno piú divinità altre piú odiose, altre meno, altre amabili e buone ec.; le piú venerate e cólte con sacrifizi e riti e cerimonie e preci ec. sono o furono le piú cattive,  (3643) terribili, odiose, brutte a vedere ec., perché il timore è piú forte, valevole, efficace, attivo che la speranza e l’amore. Al contrario accadde e accade ne’ men barbari ec. e tanto piú quanto men barbari, e altresí in quelle medesime nazioni in tempi piú civili, e a proporzione degl’incrementi della civiltà e delle conoscenze e del lume della ragione ec. e de’ progressi dello spirito umano. L’una e l’altra di queste verità è dimostrata dalla storia, dalle notizie dell’antichità, e dalle relazioni de’ viaggiatori ec. Vedi, fra gli altri mille, di Antonio de Solís, Historia de la Conquista de Mexico, l. I, c. 15, p. 43-45, l. III, c. 13, p. 236-8, Madrid, 1748 (9 ottobre 1823).


*    Fuoco. — Il suo uso è di indispensabile necessità ad una vita comoda e civile, anzi pure ai primissimi comodi. Or tanto è lungi che la natura l’abbia insegnato all’uomo, che fuor di un puro caso, e senza