Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3593

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[p. 49 modifica] accresciuto, e in buona parte assolutamente prodotto. Onde si confermano le mie osservazioni sulla necessità di un interesse veramente doppio, e di due interessi diversi, alla maniera che si vede nell’Iliade, e sul danno di quella unità che i precettisti hanno prescritta e che gli epici posteriori ad Omero si sono proposta. Perocché, come ho mostrato in questo discorso, essa unità nuoce al suo medesimo fine, che è di far che l’interesse e l’effetto [p. 50 modifica]totale nel lettore sia piú vivo essendo uno e indiviso, e mirando a un solo segno; ché altrimenti la prescritta unità non avrebbe ragione alcuna, ed il precetto sarebbe arbitrario, laddove il poeta dev’esser padrone della sua libertà in quanto l’esserlo e il disporne a suo modo non ripugna alla natura e alla qualità e debito del poema epico. L’unità dunque da’ precettisti prescritta nel poema epico, pregiudicando e ripugnando al suo medesimo fine, è qualità non pur dannosa, ma vana ed assurda in se stessa e ne’ propri termini.

Ritornando al Tasso, molto ingegnoso è quel modo in ch’egli procura, quasi espressamente prevenendo le obbiezioni de’ rettorici, di mostrar