Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3533

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[p. 10 modifica] o la cognizione di esso non fosse sopravvenuta, insomma perseverare e conservarsi, o essere o divenir per ogni parte tale nel pericolo o nell’opinione o cognizione di esso, come appunto sarebbe avvenuto se tal pericolo, opinione o cognizione non fosse in alcun modo sopraggiunta (eccetto solamente quello che le circostanze d’esso pericolo impediscono materialmente di fare, o in qualunque modo, o per non accrescerlo, come se in una tempesta di mare lo strepito dell’onde m’impedisce di dormire; o se in una battaglia navale io a quell’ora in cui sarei certamente andato a passeggiare sulla coperta, me ne sto, non toccando a me il combattere, chiuso nella mia camera, per non espormi inutilmente alle palle). Tutto ciò dev’essere senz’alcuno sforzo, come è manifesto dagli stessi termini, perché altrimenti lo stato dell’individuo non sarebbe onninamente lo stesso, allora che prima, ma ben diverso. E dev’esser naturale e vero (che torna a dir lo stesso che senza sforzo), sí perché lo stato non sia cangiato, sí perché è proprio sovente del timore, come il muovere all’allegria ec., cosí ancora il portar l’individuo a fingersi