<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3504&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20171202094958</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3504&oldid=-20171202094958
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3504 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 427modifica] consolarlo realmente né de’ mali di questa vita né della mancanza de’ di lei beni, né (quando e’ non fosse infelice) rallegrarlo e dilettarlo e compiacerlo colla dolcezza dell’aspettativa, e intrattenerlo e contribuire quaggiú al suo contento. Di piú, l’uomo si pasce per verità e si sostiene e vive grandissima parte della sua vita, anzi pur tutta la vita sua, della speranza, ancorché lontana, la qual è un piacere, ma come e perché? Perché l’uomo va immaginando e contemplando seco stesso a parte a parte il godimento ch’egli attende o spera, e prova diletto nel considerare e rappresentarsi il modo in che egli ne godrà, e le sue qualità e condizioni e circostanze, anticipando ed anzi assaporando [p. 428modifica]effettivamente colla immaginazione mille volte il piacer futuro. Ma questa contemplazione, questa rappresentazione, quest’anticipazione, questo gusto o assaggio, questo deliro o sogno che ci fa parere e ci rende infatti presente il piacer futuro, ancor piú ch’ei nol sarà quando si troverà presente in effetto (se egli si troverà mai presente), come può aver luogo intorno a un piacere assolutamente inconcepibile, non solo nel piú e nel meno, o nella specie, ma nel genere, di modo che le nostre idee non hanno alcun potere di abbracciarne o di avvicinarne né pure una menoma parte? Come ci può per verun deliro o veruno sforzo dell’immaginazione o dell’intelletto parer presente