[p. 406 modifica] fallo Utopie furono ancora i libri politici e peri nomon o nomoi di Teofrasto, di Cleante e d’altri tali filosofi, mentovati dal Laerzio, e i perduti libri pur politici e peri nomon dello stesso Aristotele, e molti altri siffatti.1 Aristotele spianta le repubbliche degli altri, ma, né piú né meno che in filosofia, si crede in obbligo di sostituire, e ci dà la sua repubblica e il suo sistema.2 E cosí gli altri. Ed è pur notabile che gli antichi, e nominatamente i greci, o avevano o avevano avuto in mano gli affari pubblici, o potevano averli, o certo, ancorché stati sempre privati, erano pur parte delle rispettive repubbliche, e contribuivano insieme col popolo al governo. E generalmente parlando, nelle antiche repubbliche, tutte libere, i privati, ancorché dediti solo a filosofare e studiare, erano piú al caso, se non altro per li continui discorsi giornalieri, per lo essersi trovati assai spesso alle concioni, perché i negozi pubblici passavano tutti e succedevano sotto gli occhi di tutti, e le cause degli avvenimenti erano manifeste, e nulla v’avea di segreto;