<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3425&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20171004164719</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3425&oldid=-20171004164719
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3425 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 379modifica] de’ miracoli della musica antica, massime quelli che si raccontano delle nazioni o de’ tempi piú rozzi, come di Saule e Davide [p. 380modifica]Davideec. Essi miracoli non nascevano dalle qualità delle melodie, come si crede, ma dalle qualità naturali o artifiziali degl’istrumenti o delle voci, e del modo di toccarli o adoperarle, in quanto da tali qualità nascevano suoni, o armonie di suoni, straordinariamente grate per se stesse all’orecchio; straordinariamente, dico, rispetto a quelle nazioni o a quei tempi. L’esser da lungo intervallo dissuefatto dall’udir musiche, produceva anch’esso e produce tuttavia molti mirabili effetti; i quali s’attribuiscono alle melodie, ma non nascono infatti principalmente che dalla sensazione di suoni grati ec. per se stessa, tornata ad essere molto efficace per la dissuefazione. Se Alessandro, tutto il dí occupato nelle cose militari, era a tavola mirabilmente affetto e dominato dalla musica (se non erro) di Timoteo, ciò si rechi alla suddetta cagione, oltre al vino, che