Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3262

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[p. 279 modifica] universalità, la durata della quale sarebbe fatta impossibile da quelle medesime condizioni che a tal durata indispensabilmente richieggonsi.


    Questo che ho detto di una lingua universalmente parlata come propria, devesi pur dire di una [p. 280 modifica]sognata lingua che in tutte le nazioni civili i dotti e gl’indotti scrivessero come propria, rimanendo le varie lingue nazionali pel solo uso di favellare, a un di presso nel modo che ai bassi tempi le varie favelle o dialetti volgari, scrivendo tutti, anche notai ec., ogni sorta di scritture in latino, corrotto e barbaro, e secondo i diversi luoghi diverso, ma pur da per tutto latino.


    E conchiudo che una lingua universalmente da tutte le nazioni, anche sole civili, o parlata o scritta, o l’uno e l’altro, ed intesa come propria è impossibile, non solo estrinsecamente e per ragioni estrinseche, ma per sua propria ed intrinseca natura e qualità e proprietà ed essenza, non relativamente né accidentalmente, ma essenzialmente, di necessità ed assolutamente (24 agosto, dí di San Bartolomeo, 1823).


*    Movere neutro, o in forma ellittica per movere se o movere castra, come tra noi muovere