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(3260-3261-3262) | pensieri | 279 |
pendosida per tutto ugualmente, e facendo da per tutto in un medesimo tempo gli stessi passi, si mantenesse sempre una sola appo tutte le dette nazioni insieme. La corruzione non ha legge, e quella che nasce dalla troppa schiavitú e circoscrizione d’una lingua, n’ha meno che mai, ed è piú cieca che ogni altra; né dove non v’ha regola alcuna, né scambievole convenzione e consenso (il che sarebbe contrario alla natura della corruzione di una lingua), né conformità di circostanze, quivi può essere uniformità. La quale, se è quasi impossibile in una sola nazione, dal continuo commercio e da (3261) tante altre circostanze congiunta insieme e fatta una, quanto piú tra molte nazioni, sempre per quanto commercio possano avere insieme, disgiunte e fra se diverse! E si è infatti veduto quanto diversa fosse la corruzione della lingua latina nelle diverse nazioni in ch’ella si propagò, fino a produrre varie affatto distinte e separate e separatamente regolate e costituite favelle, che tuttavia si parlano. E ciò quantunque la lingua latina non fosse d’assai cosí servile ec. come è necessario supporre una lingua strettamente universale. Resta dunque provato che una lingua strettamente universale, per cagione di quelle stesse condizioni ond’ella sarebbe divenuta e con cui sole sarebbe potuta divenire universale, e senza cui l’universalità sua non potrebbe durare se non momentaneamente, per causa, dico, di queste medesime condizioni, subitamente corrompendosi, dividerebbesi ben tosto, per causa di tal corruzione, e quindi per causa di quelle medesime condizioni, che naturalmente e necessariamente l’occasionerebbero, in diverse lingue, e perderebbe conseguentemente la sua (3262) universalità, la durata della quale sarebbe fatta impossibile da quelle medesime condizioni che a tal durata indispensabilmente richieggonsi.
Questo che ho detto di una lingua universalmente parlata come propria, devesi pur dire di una