<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3217&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161213171214</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3217&oldid=-20161213171214
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3217 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 251modifica] o l’assuefazione o altro, e talvolta giungono fino a perderlo affatto di vista, ed esser fondamento [p. 252modifica] e ragione a se stesse, il che è intervenuto in buona parte alla poetica, intervenne ancora all’arte musica.1 Quindi è che spessissimo sia giudicato buono ed ottimo dagl’intendenti, e perciò piaccia loro sommamente, e che sia melodia per essi, quello che dal popolo e da’ non intendenti è giudicato o mediocre o cattivo, che poco o niun effetto produce in essi, che poco o nulla gli diletta, che per essi non è assolutamente melodia: sebbene ei lodano sovente ed ammirano cotali composizioni di tuoni, o in vista delle qualità indipendenti dall’armonizzare della loro combinazione successiva, che di sopra ho descritte, o mossi dalla fama del compositore o dalla voce degl’intendenti o dal favore o dal diletto altre volte ricevuto nelle composizioni del medesimo o dalla coscienza della propria ignoranza o dalla maraviglia delle difficoltà e stranezze che in tali composizioni ravvisano, o dalla stessa novità, benché per essi nulla dilettevole musicalmente, o in fine da cento altre cause estrinseche e accidentali, o diverse e indipendenti dal diletto che nasce dal senso della melodia, cioè della convenienza scambievole de’ tuoni nel succedersi
Note
↑Maggiormente sconvenevole però si è questo nella musica che nella poesia. Perocché la scienza musicale, in ordine alla musica, è di piú basso e ben piú lontano rango, che non è la poetica in ordine alla poesia. Il contrappunto è al musico quel che al poeta è la grammatica. La musica non ha un’arte che risponda a quel ch’é la poetica alla poesia, la rettorica all’oratoria. Ben potrebbe averla, ma niuno ancora ha pensato a ridurre a principii e regole le cagioni degli effetti morali della musica e del diletto che da lei deriva, e i mezzi di produrli ec.