<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3193&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161213171903</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3193&oldid=-20161213171903
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3193 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 237modifica] filosofia fu, non sorella, ma propria madre della letteratura e filosofia latina. Altrettanto però deve accadere alla filosofia italiana, e a quelle parti dell’italiana letteratura che dalla filosofia debbono dipendere o da essa attingere, per rispetto alla letteratura e filosofia francese. La quale dev’esser madre della nostra, perocché noi non l’abbiamo del proprio, stante la singolare inerzia d’Italia nel secolo in che le altre nazioni d’Europa sono state e sono piú attive che in alcun’altra. E voler creare di nuovo e di pianta la filosofia, e quella parte di letteratura che affatto ci manca (ch’é la letteratura propriamente moderna); oltre che dove sono gl’ingegni da questa creazione? ma quando anche vi fossero, volerla creare dopo ch’ella è creata, e ritrovare dopo trovata ch’ell’é da piú che un secolo, e dopo cresciuta e matura, e dopo diffusa e abbracciata e trattata continuamente da tutto il [p. 238modifica]resto d’Europa del pari; sarebbe cosa, non solo inutile, ma stolta e dannosa, mettersi a bella posta lunghissimo tratto addietro degli