Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3176

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[p. 226 modifica] barbaro che minacciava o era creduto minacciare di schiavitú tutte le nazioni civili, il comune nemico che macchinava o era creduto macchinare la conquista di tutta Europa dopo quella di gran parte dell’Asia, e insidiare perpetuamente ai regni europei, come anticamente i persiani alle greche repubbliche. Né certo minor gravità ed importanza dovranno sotto tale aspetto essere riputati avere il poema del Tasso, la canzone del Petrarca e l’altre poesie e prose italiane o forestiere appartenenti a tal materia, di quella che avessero le orazioni d’Isocrate contro il Persiano, o di Demostene contro il Macedone; anzi, per ciò che spetta alla materia, tanto maggiore di queste, quanto queste toccavano l’interesse della Grecia sola, piccola parte d’Europa, e quelle miravano alla salvezza dell’Europa [p. 227 modifica]intera e di tutte le sue nazioni e lingue (15 agosto, Assunzione di Maria Vergine Santissima, 1823). Né la nimicizia degli europei verso i maomettani, e di questi verso quelli, si restringeva alle sole opinioni e discorsi, ma consisteva anche ne’ fatti,1 come apparisce dalle imprese de’ Cavalieri Ospitalieri di SanGiovanni di Gerusalemme

Note

  1. Vedi Tasso, Gerusalemme, XVII, 93-4, dove parla d’Alfonso II di Modena e confrontalo coi luoghi dello Speroni da me notati p. 3132, margine - principio. Vedi p. 4017.