<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3164&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161208072706</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3164&oldid=-20161208072706
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3164 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 219modifica] o perpetui, e nascenti da questa o da quella parte e non dall’insieme e dal tutto del poema; né anche finalmente quell’interesse che può nascere dal semplice intreccio, interesse di pura curiosità, che non aspira né corre ad altro che a voler essere informato dello scioglimento del nodo, conosciuto il quale esso interesse finisce; interesse pochissimo interessante, e superficialissimo nell’animo; interesse che può esser sommo in poemi, drammi ed opere di niuno interesse, anzi non è mai né sommo né principale né anche molto notabile e sensibile, se non se in poemi, drammi ed opere di niun intimo e profondo interesse e di pochissimo valor poetico, perché il destare, pascere e soddisfare la curiosità non è effetto che abbia punto che fare colla natura della poesia, né le può esser altro che accidentale [p. 220modifica]accidentalee secondario. Or dunque i poemi derivati dalla Iliade, leggonsi con molto piacere, destano di tratto in tratto alcuno interesse piú o men vivo e durabile,