Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3142

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[p. 207 modifica] la presa è descritta o narrata con intenzione di muovere a compatimento, né in maniera da poterne mai cagionare né meno a caso. Altrettanto dicasi delle sconfitte degli eserciti maomettani o pagani. E similmente si discorra dell’altre moderne epopee.

Non è già che Virgilio e gli altri volessero e intendessero spogliare affatto d’ogni valore, d’ogni virtú, d’ogni pregio la parte contraria alla vincitrice. Anzi, intendendosi a’ tempi loro meglio che a’ tempi d’Omero, che tanto piú si loda colui che vince non per caso ma per virtú, quanto s’amplifica quella del vinto, non lasciarono di volere espressamente rappresentare virtuosi in molte parti e degni di stima e lodevoli anche i nemici, sí tutti insieme, come parecchi distinti personaggi del loro numero. Ma ciò facendo, intentissimamente evitarono che l’interesse pe’ nemici o per alcuno de’ medesimi non giungesse di gran lunga a pareggiare quello che volevano ispirare ai lettori verso la parte e l’Eroe vittoriosi. Nel che riuscirono ottimamente, anzi al di là della loro intenzione, perché laddove essi vollero pur