Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3096

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[p. 182 modifica] chi ne le trasse prese abbaglio, e che d’allora in poi, fino al dí d’oggi, s’ingannarono e s’ingannano tutti quelli che le seguirono o le sostennero, o le seguono o sostengono (ciò sono tutti i litteratores) come appoggiate sull’esempio di Omero: perché quest’esempio non sussiste, e dalla forma della Iliade non nascevano e non si potevano cavar quelle regole. Considerandole poi come indipendenti da Omero, come sussistenti da se, e supponendo (il che non è vero) ch’elle sieno il parto della ragione e della speculazione assoluta, dico senza tergiversazione che Omero, siccome non le conobbe, cosí neanche le seguí, ma seguendo la natura, molto miglior maestra delle Poetiche e de’ Dottori di scuola e delle teorie, s’allontanò effettivamente da esse regole; ed aggiungo che queste sono errate da chiunque le immaginò, perché incompatibili colla natura dell’uomo, [p. 183 modifica]perché seguendole il poema epico non può produrre il grande e forte e bello effetto ch’ei deve, o per lo meno