<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3087&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204085855</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3087&oldid=-20161204085855
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3087 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 177modifica] nelle forme donnesche tanta robustezza quanta è compatibile colla natura di quel sesso, e tanto piú belle stimerà quelle forme quanto piú mostreranno di robustezza senza uscir della proporzione del sesso. E se la robustezza uscirà di tal proporzione, ei la condannerà, non come opposta alla delicatezza, quasi che la delicatezza fosse parte del bello, ma, senza niuna relazione alla delicatezza, la condannerà come sproporzionata e fuor dell’ordinario in quel sesso. Laddove, per lo contrario, le nazioni civili esigono nelle forme donnesche tanta delicatezza quanta possa non uscir [p. 178modifica]della proporzione, e piuttosto ne lodano l’eccesso che il difetto. E quando ne condannano l’eccesso, lo condannano solo in quanto eccesso, non in quanto di delicatezza, né in quanto opposto alla grossezza e rozzezza; laddove l’uomo naturale, condannando la soverchia robustezza non la condanna come robustezza, ma come soverchia secondo le proporzioni ch’egli osserva nel generale.