[p. 173 modifica] e fatta infelice quella povera età, nella quale l’infelicità parrebbe quasi impossibile a concepirsi? Perché l’individuo divenga cólto e civile, cioè acquisti la perfezione dell’uomo. Bella perfezione, e certo voluta dalla natura umana, quella che suppone necessariamente la somma infelicità di quel tempo che la natura ha manifestamente ordinato ad essere la piú felice parte della nostra vita. Torno a domandare. Perché fatta cosí infelice la fanciullezza? E rispondo piú giusto. Perché l’uomo acquisti a spese di tale infelicità quello che lo farà infelice per tutta la vita, cioè la cognizione di se stesso e delle cose, le opinioni, i costumi, le abitudini contrarie alle naturali, e quindi esclusive della possibilità di esser felice; perché colla infelicità della fanciullezza si compri e cagioni quella di tutte le altre età; o vogliamo dire perch’ei perda colla felicità della fanciullezza quella che la natura avea destinato e preparato siccome a questa, cosí a ciascun’altra età dell’uomo, e ch’altrimenti egli avrebbe ottenuta in effetto (1 agosto 1823).