<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3042&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204085311</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3042&oldid=-20161204085311
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3042 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 150modifica] nella cólta conversazione e nella scrittura, intendevano anche facilmente gli altri poeti e il linguaggio poetico greco, benché composto delle proprietà di varii dialetti. Perocché esso era tutto omerico, come ho detto, sia in ispecie sia in genere; cioè le inflessioni, le frasi le voci che lo componevano o erano le identiche omeriche (e tali erano in fatti forse la piú gran parte), o erano di quel tenore, di quella origine, derivate o [p. 151modifica]formate da quelle di Omero, o tolte dai fonti e dai luoghi ond’egli le trasse, e ciò secondo i modi e le leggi da lui seguíte. Quei poeti che scrissero dopo Omero al popolo, e per il popolo composero, come i drammatici, poco o nulla mescolarono i dialetti, e ne segue effettivamente che se talvolta il loro stile è omerico, come quello di Sofocle, il loro linguaggio però non è tale. Esso è attico veramente, siccome fatto per gli ateniesi, se non forse nei pezzi lirici, i quali anche per la natura del soggetto e del genere sarebbero stati poco alla portata degl’ignoranti. In effetto Frinico appresso Fozio (cod. 158) conta fra’ modelli, regole,