<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2973&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204062822</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2973&oldid=-20161204062822
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2973 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 108modifica]agito, cioè che gli antichi, anzi originali, [p. 109modifica]propri e regolari participii di questi tali verbi fossero, per esempio, agitus, legitus, docitus, onde per sincope agtus, legtus, e in ultimo actus, lectus, doctus. E ci dimostra evidentemente l’originale, primitivo e perduto participio di lego, cioè legitus. E non ha che far con rogito, come dice il Forcellini o Prisciano stesso appo lui, il quale non viene da rogitus, ma da rogatus, come mussito da mussatus, e come ho provato largamente altrove. Giacché il tema di rogito, cioè rogo, appartiene alla prima coniugazione, e non alla terza come lego, né alla seconda come doceo, e però la formazione del suo continuativo o frequentativo è soggetta a un’altra regola, da me altrove stabilita. Eccetto se rogo non avesse anticamente avuto un participio anomalo rogitus (come domo domitus), del che mi pare aver detto altrove, inducendomi in questo sospetto la voce rogito, cioè rogato (quasi un aggettivo neutro sostantivato), la qual voce è latino-barbara (vedi il glossario Cang.)