Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2943

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[p. 92 modifica] e quanto meglio e piú finamente vede. Cosí ch’ella vede sempre poco, e in ultimo nulla, non perch’ella sia grossa e corta, ma perché gli oggetti e lo spazio tanto piú le mancano quanto ella piú n’abbraccia, e piú minutamente gli scorge. Cosí che il poco e il nulla è negli oggetti e non nella ragione, (benché gli oggetti sieno, e sieno grandi a qualunqu’altra cosa, eccetto solamente ch’alla ragione). Perciocch’ella per se può vedere assaissimo, ma in atto ella tanto meno vede quanto piú vede. Vede però tutto il visibile, e in tanto in quanto esso è e può mai esser visibile a qualsivoglia vista (11 luglio 1823).


*    Come gli antichi riponessero la consolazione, anche della morte, non in altro che nella vita, (del che ho detto altrove), e giudicassero la morte una sventura appunto in quanto privazion della vita, e che il morto fosse avido della vita e dell’azione, e prendesse assai piú parte, almeno col desiderio e coll’interesse, alle cose di questo mondo che di quello nel quale stimavano pure ch’egli abitasse e dovesse eternamente abitare, e di cui lo stimavano divenuto per sempre un membro, si può vedere ancora in quell’antichissimo costume di onorar l’esequie e gli anniversarii ec. di