<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2872&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161007113149</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2872&oldid=-20161007113149
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2872 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 47modifica] perciò la scrittura francese dovette molto piú differire dalla pronunzia, che non differiscono la spagnuola e l’italiana che presero e usarono lo stesso modello. Secondo: questa diversificazione e settentrionalizzazione di pronunzia avendo avuto luogo o acquistato forza ed estensione in Francia piuttosto tardi, e di piú trovandosi che i poeti di cui la Provenza abbondò scrivevano [p. 48modifica]il provenzale, stato già tutt’uno col francese, ed allora tuttavia analogo, ma piú latino, (vedi Perticari, l. c., p. 107, principio) lo scrivevano, dico, in modo simile ed analogo al latino; ed essendo cosí vero come naturale che i primi che scrissero qualche cosa in francese riguardarono ai provenzali e se li proposero per guide, come quelli ch’erano in quei tempi i piú dotti forse della Francia ed avevano contribuito a spargere in essa il gusto della poesia volgare e dello scrivere in volgare; da tutto questo ne seguí che la scrittura francese si accostò al latino, come ci si accostava e la scrittura e pronunzia provenzale; ci si accostò dico, non ostante che la pronunzia francese ogni dí piú se ne scostasse, con che si venne anche a scostare dalla scrittura.