Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2862
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* L’amicizia, non che la piena ed intima confidenza tra’ fratelli, rade volte si conserva all’entrar che questiquestifanno nel mondo, ancorché siano stati allevati insieme, ed abbiano esercitato l’estremo grado di questa confidenza sino a quel momento; e di piú seguano ancora a convivere. E pure se l’uomo è capace di piena ed intima confidenza, e s’egli dovrebbe conservarla perpetuamente verso qualcuno, questo dovrebb’essere verso i fratelli coetanei ed allevati con lui nella fanciullezza: e dico dovrebb’essere, non per forza naturale della congiunzione di sangue, la qual forza è nulla e immaginaria, e niente ha che fare nel produr quella confidenza o nel conservarla, ma per forza naturale dell’abitudine e dell’abitudine contratta nel primo principio delle idee e delle abitudini dell’individuo, e nella prima capacità di contrarle, e conservata tutto quel tempo che dura la maggiore intensità e disposizione ed ampiezza e il maggior esercizio di questa capacità. Nondimeno questa confidenza cosí fortemente stabilita e radicata si perde per la varietà che s’introduce nel carattere de’ fratelli mediante il commercio cogli altri individui della società. Ma se questo