<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/286&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712192052</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/286&oldid=-20130712192052
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 286 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 367modifica] qualunque altra invenzione poetica che la somigli, ha tutto il necessario dalla parte dell’illusione o passione ec., ma mancando affatto dalla parte della persuasione, non può piú produrre gli effetti di una volta, e massime negli argomenti moderni; perché negli antichi l’abitudine ci procura una tal quale persuasione, principalmente quando anche il poeta sia antico, perché immedesimatasi in noi l’idea di quei fatti, di quei tempi, di quelle poesie ec., con quelle finzioni, queste ci paiono naturali e quasi ci persuadono, perché l’assuefazione c’impedisce quasi di distinguerle da quei poeti, tempi, avvenimenti ec., e cosí macchinalmente ci lasciamo persuadere quanto basta all’effetto, che la cosa potesse star cosí. Ma applicate nuovamente le stesse o altre tali finzioni, sia ad altri argomenti antichi, sia massimamente a soggetti moderni o de’ bassi tempi ec., ci troviamo sempre un non so che di arido e di falso, perché manca la tal [p. 368modifica]quale persuasione, quando anche la parte del bello immaginario, maraviglioso ec., sia perfetta. Ed anche per questa parte il Tasso non produrrà mai l’effetto dei poeti antichi,