<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2838&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20160414131719</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2838&oldid=-20160414131719
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2838 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 25modifica] di lingua, sono costretti a pigliare una lingua domestica e rimessa, e non volendo che questa ripugni e disconvenga [p. 26modifica]disconvengaallo stile, sono altresí costretti di tenere anche questo, per cosí dire, a mezz’aria, e di familiarizzarlo. Onde accade che questi tali poeti e scrittori sappiano di familiare anche ai posteri, quando le loro parole e forme, già divenute abbastanza lontane dall’uso comune, hanno pure acquistato quel che bisogna ad essere elegantissime, perloché già elle come tali s’adoprano dagli scrittori e poeti della nazione ne’ piú alti stili. Ma non essendo elle ancora eleganti a’ tempi di que’ poeti e scrittori, questi dovettero assumere un tuono e uno stile adattato a parole non eleganti, e un’aria, una maniera, nel totale, domestica e familiare, le quali cose ancora restano, e queste qualità ancora si sentono, come nel Petrarca, benché l’eleganza sia sopravvenuta alle loro parole e a’ loro modi che non l’avevano, com’é sopravvenuta, e somma, a quei del Petrarca. Queste considerazioni si possono fare, e questi effetti si scorgono, massimamente ne’ poeti, non solo perché gli scrittori primitivi di una lingua e i fondatori di una letteratura