Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2812

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[p. 7 modifica] e d’altre tali sono state fatte o per evitare l’iato o per altre diverse cagioni, nel processo della lingua, quando già non v’era piú bisogno che il vocabolo, per essere inteso, esprimesse e rappresentasse collo stesso suo [p. 8 modifica]suono l’oggetto significato, ma egli era già inteso generalmente per se e non per virtú della sua origine; e quando già nella lingua si guardava piú alla dolcezza ec. che alla necessità ec., ne’ quali modi le parole in tutte le lingue si sono allontanate dalla forma primitiva e hanno spesso perduto affatto quel suono rappresentativo che prima avevano e sul quale furono modellati e creati, e nel quale da principio consisteva la ragione della loro significanza. I latini dal tema βαὑω o bauare fecero baubari, interponendo un b (il quale in questo caso è piú adattato all’imitazione) invece del ζ. Noi baiare, che per verità potrebb’essere appunto quello stesso originale βαΰω ch’é affatto perduto nella lingua greca e nella latina scritta; e ben si potrebbe credere che fosse totalmente