Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2782

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[p. 429 modifica] ridotto quivi per paragoge alla forma di ἱστάω, e per contrazione a quella d’ἱστῶ e mutata significazione per affinità, ritornasse nel latino colla forma di sisto; il qual verbo verrebbe cosí ad essere originalmente il medesimo che sto.

Osservando la cosa ne’ tempi moderni, non sappiamo noi che la lingua francese è venuta d’Italia? e che dal medesimo fonte nacque una lingua sorella della francese, cioè l’italiana? E non vediamo noi quante parole nate o allevate nel nostro paese, cioè nella lingua latina; di qua passate in Francia; quivi alterate o di forma o di senso o d’ambedue; sono ritornate in Italia come forestiere ed altrui, e ricevute in questa lingua sorella della francese, e ciò fino dal cento o dal dugento o dal trecento, e tuttogiorno nella metà dell’ultimo secolo e in questo? E chi dicesse per questa ragione che la lingua francese è madre e non sorella dell’italiana, o chi negasse che la lingua francese sia provenuta