<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2692&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20151211162800</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2692&oldid=-20151211162800
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2692 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 380modifica] meno assuefabili e conformabili di natura. Ma né le bestie domestiche convivendo coll’uomo, né queste o altre bestie convivendo con bestie di specie diversa dalla loro, contraggono il carattere e i costumi [p. 381modifica]umani o di quelle altre bestie, né i caratteri di piú bestie di specie diversa si mescolano tra loro per convivere che facciano insieme; ma solamente le bestie domestiche ricevono certe assuefazioni particolari e certi costumi non naturali portati dalle circostanze, i quali non hanno però che far niente coi costumi dell’uomo. Ma l’uomo convivendo colle bestie, contrae veramente gran parte del carattere di queste, ed altera il suo proprio per una effettiva mescolanza di qualità naturali alle bestie con cui convive. È cosa osservata nella campagna romana, e nota quivi alle persone che per mestiere per abito e per natura sono tutt’altro che osservatrici, che i pastori e guardiani delle bufale sono ordinariamente stupidi, lenti, goffi, rozzissimi, selvatici e tali che poco hanno dell’uomo: che i pastori de’