Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2677

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[p. 371 modifica] volgar latino? Sempre ch’io trovo qualche conformità frappante fra il greco e l’italiano (massime l’italiano volgare, popolare, corrente e parlato) e cosí il francese e lo spagnuolo, conformità che non appartenga alla natura generale delle favelle, ma alle proprietà arbitrarie ed accidentali delle lingue, se quella tal qualità o parte ec., sopra cui cade questa conformità, non si trova negli scrittori latini, io tengo per fermo ch’ella si trovasse nel latino parlato, cioè nel volgar latino. Giacché questo ebbe commercio col volgar greco e, quel ch’è piú, venne da una medesima fonte col greco; e da esso volgar latino è venuto il nostro volgare. Ma qual commercio ebbe mai il nostro volgare col volgar greco, cioè col greco parlato, e massime coll’antico? Qual commercio poi col greco scritto, e questo pure antichissimo? Quanto al nostro caso, io non credo che negli scrittori latini si trovi, per esempio, ait in vece di aiunt. Ma veggasi il Forcellini (Roma, 2 marzo 1823). Vedi p. 2987.


*   Tutti gl’imperii, tutte le nazioni ch’hanno ottenuto dominio sulle altre, da principio hanno combattuto con quelli di fuori, co’ vicini, co’ nemici: poi, liberati dal timore esterno e soddisfatti dell’ambizione e della cupidigia di dominare sugli stranieri e di possedere quel di costoro, e saziato l’odio nazionale contro l’altre nazioni, hanno sempre rivolto il ferro