[p. 348 modifica] universale ed eterno, un idea ed una teoria, che comprenda solamente, e si fondi, e si formi di quei principii che, relativamente al gusto, si trovano esser comuni a tutti gli uomini, e tenere alla primitiva e immutabile natura umana. Ma questi principii, dico io, che sono pochissimi ed applicabilissimi, conformabilissimi e fecondi di numerosissime e diversissime conseguenze (siccome lo sono tutti i principii naturali e veramente elementari, perché la natura è semplicissima, pochi principii ha posto, e questi infinitamente e diversissimamente e anche contrariamente1 modificabili): dal che segue che questa idea e questa teoria d’un gusto che sia veramente universale ed eterno si riduce a pochissime regole, ed è infinitamente meno circoscritta e distinta di quel che comunemente si crede; e lascia luogo a infiniti