Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2582

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*   Il piacere che noi proviamo della satira, della commedia satirica, della raillerie, della maldicenza ec., o nel farla o nel sentirla, non viene da altro se non dal sentimento o dall’opinione della nostra superiorità sopra gli altri, che si desta in noi per le dette cose, cioè, insomma, dall’odio nostro innato verso gli altri, conseguenza dell’amor proprio che ci fa compiacere dello scorno e dell’abbassamento anche di quelli che in niun modo si sono opposti o si possono [p. 318 modifica]opporre al nostro amor proprio, a’ nostri interessi ec., che niun danno, niun dispiacere, niuno incomodo ci hanno mai recato, e fino anche della stessa specie umana; l’abbassamento della quale deriva nelle commedie o nelle satire ec. in astratto e senza specificazione d’individui reali, lusinga esso medesimo la nostra innata misantropia. E dico innata, perché l’amor proprio, ch’é innato, non può star senza di