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(2580-2581-2582) pensieri 317

si cominciano a scrivere, e tutte nel séguito ne conservano piú o meno, sotto il nome di proprietà loro, benché non sieno  (2581) in origine e in sostanza se non errori de’ loro primi scrittori e letterati, perpetuati nell’uso della scrittura nazionale. Meno d’ogni altra fra le antiche n’ebbe o ne conservò la lingua latina, per la detta ragione, fra l’altre. Meno di tutte fra l’antiche e le moderne ne conserva la lingua francese, non per altro se non perch’ella ha rinunziato e derogato e fatta assolutamente irrita l’autorità de’ suoi scrittori antichi, i quali abbondarono di tali aberrazioni o quanto gli altri o piú ancora. Parlo dei veramente antichi, cioè del secolo decimosesto e non del decimosettimo, quando lo spirito la società e la conversazione francese era già in un alto grado di perfezione.

La ricchezza, il numero e l’estensione, ampiezza ec., delle facoltà di una lingua, è per lo piú in proporzione del numero degli scrittori che la coltivarono prima delle regole esatte della grammatica e della formazione del vocabolario. La lingua francese, che ha rinunziato all’autorità di tutti gli scrittori propri anteriori alla sua grammatica e al suo vocabolario (ch’erano anche pochi e di poco conto, e perciò hanno potuto essere scartati), è la meno ricca, e le sue facoltà son piú ristrette che non son quelle di qualunqu’altra lingua del mondo. Vedi p. 2592 (25 luglio, dí di San Giacomo, 1822).  (2582)


*   Il piacere che noi proviamo della satira, della commedia satirica, della raillerie, della maldicenza ec., o nel farla o nel sentirla, non viene da altro se non dal sentimento o dall’opinione della nostra superiorità sopra gli altri, che si desta in noi per le dette cose, cioè, insomma, dall’odio nostro innato verso gli altri, conseguenza dell’amor proprio che ci fa compiacere dello scorno e dell’abbassamento anche di quelli che in niun modo si sono opposti o si possono