Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2555
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ogni genere di viventi in qualunque loro condizione (niuno de’ quali può esser felice, e quindi non essere infelice e non patire) e d’altronde posando sopra principii e fondamenti quanto profondi altrettanto certissimi e immobili, ed essendo esattissimamente ragionato e dedotto e strettamente conseguente, serva a far conoscere la distruttiva natura della semplice ragione, della metafisica, della dialettica, in virtú delle quali tutto il mondo vivente dovrebb’esser perito, per volontà e per opera propria, poco dopo il suo nascere (5 luglio 1822).
* Alla pagina 2529. Finché il giovane conserva della tenerezza verso se stesso, vale a dire che si ama di quel vivo e sensitivissimo e sensibilissimo amore ch’è naturale, e finché non si getta via nel mondo, considerandosi, dirò quasi, come un altro, non fa mai né può far altro che patire, e non gode mai un istante di bene e di piacere nell’uso e negli accidenti della vita sociale (6 luglio 1822). A goder della vita è necessario uno stato di disperazione.