[p. 278 modifica] con parole e modi appresi e ricevuti da un’altra nazione che sia seco loro in istretto e frequente commercio, com’é appunto la Francia rispetto a noi, ed anche agli altri europei, per la letteratura, per le mode, per la mercatura eziandio e generalmente per l’influenza che ha la società e lo spirito di quella nazione su di tutta la cólta Europa. Torno a dire che questo non ripugna naturalmente al bello, se quelle voci e modi non sono di forma assolutamente discorde e ripugnante alle forme della propria lingua. E tale si è appunto il caso nostro. Bisogna dunque cercare un’altra cagione fuori della natura generale e immutabile, perché questo barbarismo distrugga sensibilmente l’eleganza e non possa stare seco lei. Egli è pur certo, e tutti i maestri dell’arte l’insegnano e raccomandano, e io l’ho spiegato e dimostrato altrove, che non solo il pellegrino giova all’eleganza, ma questa non ne può