<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2480&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150925102612</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2480&oldid=-20150925102612
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2480 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 265modifica] regno a’ suoi ultimi confini ec. Or che si dovrà dire di una non ritirata, ma conquista di un regno anch’esso immenso, qual era quello del Messico, eseguita non da diecimila, ma da mille, o poco piú, spagnuoli e in tanta maggior lontananza dal loro paese, e questa di mare ec.? Quanto [p. 266modifica]piú corre il tempo, tanto piú cresce la differenza ch’é tra uomini e uomini e la superiorità degl’inciviliti sui barbari. Non erano cosí differenti i persiani dai greci, benché differentissimi, né cosí inferiori, benché sommamente inferiori, quanto i messicani (benché non privi né di leggi, né di ordini cittadineschi e sociali, né di regolato governo, né anche di scienza politica e militare ridotta a certi principii) per rispetto degli spagnuoli. E principalmente nelle armi, i persiani e i greci non differivano gran cosa, laddove gli spagnuoli dai messicani moltissimo. E cosí rispettivamente nella tattica (16 giugno, domenica, 1822).