Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2448

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[p. 246 modifica] radici la lingua nostra è infinitamente meno ricca e potente e meno esatta e propria nell’espressione delle minime diversità delle idee, di quel che fossero la latina e la greca con tanto meno radici.

La conclusione è che bisogna a tutti i patti, e malgrado qualunque difficoltà, riassumer l’uso di spiegar le nuove idee, col comporre, derivare e formare nuove parole dalle radici della propria lingua; essendo questo, per natura delle cose (che tutto opera per modificazione degli elementi, e non per aggiunzione di sempre nuovi elementi, per modificazione o composizione e non per moltiplicazione), l’unico, proprio ed assoluto mezzo di rendere una lingua sufficiente ed uguale a qualunque numero d’idee ed a qualunque novità d’idee; e renderla tale non accidentalmente ma per propria essenza e non per alcuni momenti, come può essere adesso, per esempio, la francese, ma per sempre finch’ella conserva il suo carattere: come s’é veduto manifestamente nella lingua greca che da’ tempi antichissimi fino a oggidí è stata [p. 247 modifica]ed è eternamente capace di qualunque novità d’idee,