Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2447

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[p. 245 modifica] ho significato di proposito altrove.

Né perciò la lingua latina ne divenne piú potente che fosse prima: né la lingua italiana similmente. Le radici, per quante vogliano essere, son sempre poche al bisogno, essendo infinite le idee e la memoria, e le facoltà degli uomini essendo limitatissime [p. 246 modifica]limitatissimee però incapaci di ritener precisamente tante parole quante sono le idee e le parti e diversità loro; se queste parole sono affatto diverse e dissimili e indipendenti l’una dall’altra, come avverrebbe se tutte fossero radicali. E quindi l’uomo è incapace di possedere e di usare una lingua che abbia nel tempo stesso tante parole quante mai sono le cose da esprimersi e che sia tutta composta di radici sole. La composizione e derivazione sono il mezzo piú semplice e vero, riducendo infinite parole sotto pochi elementi, come ho spiegato altrove, paragonando questo mezzo alla scrittura nostra e una lingua tutta composta di radici alla scrittura cinese.

Quindi, non potendo mai bastar le radici, e avendo noi lasciato l’uso della derivazione e composizione di nuove parole dalle già esistenti, vediamo infatti che con tanto maggior numero di