<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2253&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150904143059</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2253&oldid=-20150904143059
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2253 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 130modifica] compresa quella degli ebrei. Se in qualche nazione antica o moderna selvaggia la legge o l’uso vieta il rubare, ciò s’intende a’ proprii compatrioti, (secondo quanto si [p. 131modifica]estende questa qualità, perciocché ora si stringe a una sola città, ora ad una nazione benché divisa, come in Grecia ec.) e non mica al forestiere che capita, o se vi trovate in paese forestiere. Vedi il Feith, Antiquitates homericae, nel Gronovio, sopra la pirateria ec. ληστεία, usata dagli antichissimi legalmente e onoratamente cogli stranieri. Cosí dico dell’ingannare, mentire ec. ec. Infatti osservate che fra popoli selvaggi, ordinariamente virtuosissimi al loro modo e pieni de’ principii di onore e di coscienza verso i loro paesani ec., i viaggiatori hanno sempre o assai spesso trovato molta inclinazione a derubarli ingannarli ec.; eppure i loro costumi non erano certamente corrotti. Vedi le storie della conquista del Messico circa l’usanza menzognera di quei popoli i meno civilizzati. Parimente, trovandosi gli antichi o i selvaggi in terra forestiera, non