<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2183&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150226154338</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2183&oldid=-20150226154338
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2183 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 94modifica] sono assolutamente momenti di riposo e di ristoro, tanto piú pieno e profondo quanto maggiori sono le pene che conducono a quel passo. Ciò che dico del travaglio corporale si deve pur necessariamente estendere allo spirituale, perché, quando l’insensibilità del paziente è giunta a segno che lo rende insuscettibile di qualunque dolore corporale, per grandi che sieno le cagioni che dovrebbero produrlo, il che immancabilmente accade in punto di morte, è manifesto che l’anima, essendo quasi fuori de’ sensi, è fuori di se stessa, fuori de’ sensi spirituali, che non operano se non per mezzi corporali, e quindi incapace di pene e di travagli di pensiero. Ed infatti il punto della morte è sempre preceduto dalla perdita della parola e da una totale insensibilità ed incapacità di attendere [p. 95modifica]e di concepire, come si argomenta dai segni esterni e come accade a chi sviene o a chi dorme ec. E questo letargo precursore