<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2179&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20150226154103</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2179&oldid=-20150226154103
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2179 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 92modifica] in quelle medesime confuse immagini ch’egli se ne forma e rintuzzando in ciò le pretensioni dell’umano intelletto. Del resto, la religione, affermando dell’essenza di Dio quel ch’ella sa e insegnando ch’ella non può esser conosciuta, lascia con ciò stesso libero il campo a quelle speculazioni razionali e metafisiche su questo punto, che possono arrivare piú o meno avanti nell’infinito spazio di questo arcano, spazio, ch’essendo infinito, nessun avanzamento di speculazione correrà mai pericolo di toccarne il termine. Ed è per ciò, e consentaneamente a ciò, che molti Padri e Dottori si sono ingegnati di spiegare o dilucidare, quale in un modo quale in un altro, il mistero della Trinità, dell’Incarnazione ec., non già coi lumi rivelati e già noti a tutti, ma col discorso umano e ragionato; ed hanno pertanto, senza biasimo, applicato [p. 93modifica]il discorso umano alla speculazione dell’essenza di Dio, al di là