<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2131&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20141127121030</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/2131&oldid=-20141127121030
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 2131 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 67modifica] e volgare. Lo prova l’esempio della lingua greca e italiana [p. 68modifica]e il contrario esempio della francese. La ragione è, che sola una tal lingua è suscettibile di eleganza, la quale non deriva se non dall’uso peregrino e ardito e figurato e non logico, delle parole e locuzioni. Ora quest’uso è tutto proprio della favella popolare, proprio per natura, proprio in tutti i climi e tempi, ma soprattutto ne’ tempi antichi o in quelle nazioni che piú tengono dell’antico e ne’ climi meridionali. Quindi è che lo stesso esser popolare per indole dà ad una lingua la facoltà e la facilità di dividersi totalmente dal volgo e dalla favella parlata e di non esser popolare e di variar tuono a piacer suo e di essere energica, nobile, sublime, ricca, bella, tenera ogni volta che le piace. Insomma, l’indole popolare di una lingua rinchiude tutte le qualità delle quali una lingua umana possa esser capace, siccome la natura rinchiude tutte le qualità e facoltà di cui l’uomo