[p. 56 modifica] dire l’ultima epoca del sentimento, e quella in cui la piú gran disposizione naturale all’immaginazione alla sensibilità, divengono quasi al tutto inutili, e il piú gran poeta, o il piú dotato di eloquenza che si possa immaginare, perde quasi affatto e irrecuperabilmente queste qualità, e si rende incapace a poterle piú sperimentare o mettere in opera per qualunque circostanza. Il sentimento è sempre vivo fino a questo tempo, anche in mezzo alla maggior disperazione, e al piú forte senso della nullità delle cose. Ma dopo quest’epoca, le cose divengono tanto nulle all’uomo sensibile, ch’egli non ne sente piú nemmeno la nullità: ed allora il sentimento e l’immaginazione son veramente morte, e senza risorsa). Nessuna cosa violenta è durevole. Laddove gli uomini di mediocre sensibilità, restano piú o meno suscettibili