[p. 56 modifica] si divide e si esercita, come la compassione ec. ec. Sebbene è verissimo che l’uomo di sentimento è destinato all’infelicità nondimeno assai spesso accade ch’egli nella sua giovanezza, divenga insensibile al dolore e alla sventura, e che tanto meno egli sia suscettibile di dolor vivo dopo passata una certa epoca, e un certo giro di esperienza, quanto piú violento e terribile fu il suo dolore e la sua disperazione ne’ primi anni, e ne’ primi saggi ch’egli fece della vita. Egli arriva sovente assai presto ad un punto, dove qualunque massima infelicità non è piú capace di agitarlo fortemente, e dall’eccessiva suscettibilità di essere eccessivamente turbato, passa rapidamente alla qualità contraria, cioè ad un abito di quiete e di rassegnazione sí costante, e di disperazione cosí poco sensibile, che qualunque nuovo male gli riesce indifferente (e questa si può